Come un istante deja-vu, ombra della gioventù (tappa 1: Bologna)

Eccomi qua, finalmente. Oggi inizia il mio #CamminoEpafànico sulla Via Francesca della Sambuca. 100 km a piedi da Bologna a Pistoia. Un pellegrinaggio Giacobeo… ma anche qualcosa in più. Sto forse cercando “l’isola non trovata” ? Noooo, certo che no! Quello che voglio fare è semplicemente attraversare questi territorio con gli “occhi, spalancati sul mondo come carte assorbenti”.

Ma c’è un problema! Questa strada, via Zamboni. La via dell’Università. Questo angolo della città sta di fronte a me, “come un istante deja-vu, ombra della gioventù”. E non è mica facile affrontare la nostalgia. Ma non è tutto racchiuso dentro a via Zamboni.
E allora il ricordo vola indietro, fino a Santa Lucia, “al portico dei Servi per Natale” quando pure io “credevo che Bologna fosse mia”, Devo ammetterlo: io non “portavo allora un eskimo innocente”. Però è vero: il mio outfit era “dettato solo dalla povertà”. Ma questo, a distanza di molti anni, è quello che pensa ancora mia figlia quando mi dice che io mi vesto come uno fuggito da Auschwitz (e qui la canzone non c’entra).

Arrivando a Bologna pensavo che avrei trovato una spunto nella canzone che porta il nome della città: Ahhh! “Bologna per me provinciale, Parigi minore”. Invece ci sono un sacco di canzoni che, in un modo o nell’altro, sono legate a questa città e, di conseguenza, alla mia gioventù.

Questa mattina è stato difficile lasciarsela alle spalle: Bologna intendo, perché la gioventù invece è già bella che andata 😅)

(tutti i virgolettati sono tratti da canzoni di Guccini, al lettore lascio il divertimento di scoprire quali)


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