Unicità bolognesi

Si può avere il Jet Lag appenninico? Certo che si può avere: e io sono la dimostrazione. Domenica mi sono alzato alle 4.00 per vedere l’alba alla Sambuca. Da quel giorno ogni mattina mi si spalancano gli occhi alle 3.49. Forse più che un “Jet Lag” mi sono beccato la “Maledizione dei Vergiolesi”: pare colpisca tutti i turisti che, la domenica mattina, vanno a rompere le palle ai residenti della Sambuca (che detta così mi sento come un Testimone di Geova… dunque mi sta bene questa “punizione divina” 🙂

Tornando a casa mi sono voluto proprio fermare a La Scola. Gli edifici del piccolo borgo risalgono al XIV secolo. Ma nel nome Scola è rimasta una traccia di origini molto più antiche. La parola longobarda “Sculca” rappresentava il “posto di guardia”. E in effetti proprio di qui passava il confine tra l’Esarcato e i territori longobardi.

Girando per le viuzze questo borgo ti appare come un gioiello più unico che raro. Poi pensi a quanti borghi, unici come questo, ci sono in Italia. Si ma qui è diverso, questo appennino bolognese è un “accumulatore di unicità”. Non ci credete? Posso dimostrarlo:

Dove potete trovare l’unica chiesa di Alvar Aalto in Italia? A Riola di Vergato ovviamente. Vabbè, non l’ho fotografata ma giuro che c’è.
Dove potete trovare una costruzione eclettica e follemente geniale come la Rocchetta Mattei se non lungo la porrettana?
Sfido chiunque a trovare una roba simile sul pianeta (e non portatemi esempi di Las Vegas che gli americani sono una categoria a sé stante che esula dal genere umano).

Sambuca dal tramonto all’alba

Non so che viso avesse (*) Selvaggia dei Vergiolesi ma, tutte le volte che vengo qui al Castello di Sambuca, penso a lei affacciata a una di quelle finestre. Sabato notte, per fortuna, non si è presentata al davanzale. I motivi sono questi: 1) io non sono Cino da Pistoia 2) lei è un tantino morta da circa 700 anni.

Una finestra. Questo luogo, visto di notte, si presenta come una finestra sul Tempo e sull’Universo. Sopra un cielo stellato che parla dell’Infinito e a terra i ruderi diroccati che raccontano dei secoli andati.

E tu sei lì che pensi a tutte queste menate…. mentre, davanti al cancello del cimitero (lì a pochi metri), passa una silhouette nera. A quel punto ti chiedi: ma perché diavolo ho letto tutti quei romanzi di Stephen King?
E’ evidente che si tratta di un quadrupede: un piccolo cinghiale oppure un gatto nero taglia XXL. Io comunque decido di andarmene. Anche perché devo tornare domenica mattina, alle 5.00, per vedere l’alba che bacia il borgo di Sambuca.


(*) qualcuno avrà colto la citazione e, come avrà intuito, sto leggendo la quasi autobiografia di Francesco Guccini: dunque, da queste parti, un richiamo era più che doveroso.

Da Arquà Petrarca a Montagnana, passando per il Parco del Mincio

Una domenica mattina nel borgo del Poeta. Poi il classico “shopping del turista”. Entro nel negozio e sta per esplodere la mantovanità di Andrea Piazza. Io cerco il Brodo di Giuggiole, vai con la prima degustazione: affare fatto.
Poi, da buon mantovano, confettura di Zucca e Vaniglia. Passo allo scaffale dei dolci. L’occhio (imbarazzato🤭) cade sulla “Figassa” (questo io lo definirei “Marketing di Genere”🤦‍♂️).
Con nonchalance chiedo alla negoziante: “Questa cos’è?” (senza pronunciare l’ambiguo nome. Perchè, nel secolo dal quale io provengo, esisteva ancora il pudore).
Lei: “E’ una torta dura ai fichi. Un po’ come la sbrisolona”. All’udire “sbrisolona” è fatta: prendo anche “la torta che non può essere pronunciata”
Le racconto che ero stato ad Arquà da bambino, in gita. La signora mi dice che era venuta in gita a Mantova, ed era stata in “quel parco con le cicogne”❤️. Eh No! Così è come “invitar un òc a bevàr”: sono sedotto. Le attacco la mia omelia sulle Bertone, le Valli del Mincio e le cicogne in Piuda. Esco dal negozio col portafogli più leggero ma sono carico di autostima virgiliana.

Mi sposto a Vo’ Euganeo. C’è poco da vedere rispetto ad Arquà, ma avevo promesso che, per solidarietà, avrei portato qui i miei euro da turista. Quindi pranzo in trattoria con Baccalà alla Vicentina.

Rientro a casa passando per lo splendido borgo di Montagnana. Oggi, in teoria, dovevo essere in Toscana ma i Colli Euganei sono stati un ottimo ripiego.